Cartello dei Camion – Il Tribunale di Milano dispone la rinnovazione della CTU che aveva liquidato il danno nella misura del 2 percento del prezzo di acquisto
Nel contenzioso risarcitorio dei danni causati dal cartello dei camion il Tribunale di Milano, con una nuova sentenza parziale, ha disposto la rinnovazione della Consulenza Tecnica d’Ufficio che aveva stimato il danno in via equitativa.
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In data 25 marzo il Tribunale di Milano, Sezione Specializzata in materia di impresa ha deciso in via parziale la richiesta di risarcimento avanzata da un autotrasportatore per i danni derivanti dalla partecipazione di Iveco al cartello sanzionato dalla Commissione Europea nel 2016. In particolare, l’attrice ha lamentato l’applicazione di un sovrapprezzo sui veicoli Iveco da lei acquistati, risultato di pratiche anticoncorrenziali messe in atto dal 1997 al 2011
Il ruolo della CTU: la consulenza tecnica come strumento chiave per la quantificazione del danno
Un elemento cruciale del procedimento è stato il ricorso alla Consulenza Tecnica d’Ufficio (CTU) per accertare se il sovrapprezzo lamentato dall’attrice fosse effettivamente riconducibile all’intesa anticoncorrenziale sanzionata dalla Commissione Europea e per determinarne l’ammontare. Il consulente nominato dal Tribunale aveva il compito di verificare la documentazione prodotta dalle parti e rispondere ai quesiti relativi all’eventuale sovrapprezzo e al cosiddetto "passing-on", ossia se l’attrice avesse trasferito il sovrapprezzo ai suoi clienti finali.
Il CTU ha quantificato il sovraprezzo causato dal cartello in via equitativa nella misura del 4% del prezzo pagato per l’acquisto dei camion. Inoltre, il CTU ha ipotizzato che l’attrice avrebbe potuto trasferire una parte del sovrapprezzo ai suoi clienti, con una stima di trasferimento del 50%. Questo porterebbe a una possibile riduzione del danno effettivo nella misura del 2%.
Il giudizio del Tribunale sulla CTU
Il Tribunale ha espresso riserve significative sul lavoro del CTU, rilevando carenze nell’approfondimento e nella raccolta dei dati necessari per fornire una risposta esaustiva ai quesiti. Nonostante il riconoscimento delle difficoltà del CTU nel condurre l’analisi a causa della carenza di dati, il Tribunale ha ritenuto che il consulente avrebbe dovuto affrontare meglio il problema della mancanza di documentazione. In particolare, avrebbe dovuto:
•Segnalare al giudice le carenze nella documentazione prima di fornire una risposta ai quesiti.
•Chiedere l’integrazione dei dati o suggerire al giudice di ordinare alle parti l’esibizione di ulteriori documenti, necessari per completare l’analisi.
Il Tribunale ha inoltre rilevato che alcuni fatti fondamentali, come l’acquisto dei veicoli da parte dell’attrice e il pagamento del relativo prezzo, non erano stati contestati da Iveco. Questo ha portato a una critica alla CTU per non aver considerato adeguatamente il principio della "non contestazione" previsto dall’art. 115 c.p.c., secondo cui i fatti non contestati dalle parti non necessitano di ulteriore prova.
La decisione del Tribunale: necessità di integrazione della CTU
Di fronte a tali carenze, il Tribunale ha deciso di rimettere la causa in istruttoria per consentire la rinnovazione della CTU. Il giudizio è, pertanto, proseguito con la sostituzione del consulente e la nomina al suo posto di un professore universitario in materia economica. Il giudice ha chiesto che vengano chiariti i punti mancanti, in particolare riguardo alla quantificazione del danno, e ha invitato il CTU a utilizzare metodi comparativi più completi e ad acquisire, se necessario, ulteriori dati o informazioni.
Pur riconoscendo il valore della CTU come strumento di analisi tecnica, il Tribunale ha ritenuto che il lavoro del consulente non fosse sufficiente per risolvere tutte le questioni del caso. Ha quindi ordinato la rinnovazione delle operazioni peritali per garantire che il giudizio finale possa essere basato su una valutazione chiara e completa delle prove disponibili.
Conclusioni
La sentenza del Tribunale di Milano rappresenta un esempio di come la Consulenza Tecnica d’Ufficio sia uno strumento cruciale nei procedimenti complessi in materia di antitrust e risarcimento danni, ma sottolinea anche l’importanza di una corretta gestione delle prove e dei dati. La stima equitativa proposta dal CTU non è stata ritenuta utile per la decisione della causa. Il CTU deve analizzare i dati e le informazioni fornite dalle parti, applicare criteri tecnici corretti e, se possibile, quantificare il danno in base a tali elementi. In mancanza di documenti o prove concrete, il CTU può esprimere delle valutazioni ipotetiche, ma non è compito del CTU procedere a una quantificazione equitativa.