L Autorità apre un procedimento perchè Autostrade si rifiuta di ridurre i pedaggi nelle tratte a viabilità rallentata
Autostrade per l’Italia si rifiuta di adempiere all’ordine dell’AGCM di ridurre i pedaggi perché ritiene sufficiente informare gli utenti della presenza di disagi del traffico affinchè abbiano tutti gli elementi per scegliere se utilizzare o meno l’autostrada. Ma i viaggiatori hanno veramente scelta?
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Lo studio legale Scoccini è a disposizione delle imprese che ritengano di essere state danneggiate dalle carenze nella gestione e manutenzione dei tratti autostradali da parte dei concessionari di competenza al fine di ottenere il rimborso dei pedaggi corrisposti per tratte a viabilità rallentata e il risarcimento di tutti i danni causati dai disagi della viabilità sia in termini di danno emergente, quali ore di lavori perse proprie e dei propri dipendenti, maggiori consumi di carburante, che in termini di lucro cessante. Vi invitiamo a contattarci via email a info@scoccinistudio.it o telefornarci.
In data 13 luglio 2021 l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha aperto un nuovo procedimento contro Autostrade per l’Italia S.p.a (ASPI) perché non sta rispettando il provvedimento della stessa AGCM del 16 marzo 2021 che aveva sanzionato ASPI con una multa di 5 milioni di euro per non aver ridotto il pedaggio nei tratti autostradali in cui si sono registrate persistenti e critiche condizioni di fruibilità del servizio, con conseguenti lunghe code e tempi di percorrenza elevati causati dalla cattiva gestione e scarsa manutenzione di parte della rete autostradale. Ne avevamo parlato in un precedente articolo qui disponibile.
Il procedimento è stato aperto a seguito di nuove segnalazioni di disagi da parte dei consumatori che evidenziano la persistenza di disagi che continuano a registrarsi in alcuni dei tratti autostradali di competenza di ASPI oggetto del procedimento principale (A/16 Napoli-Canosa, A/14 Bologna-Taranto, A/26 Voltri-Gravellona Toce e, per le parti di sua competenza, A/7 Milano-Serravalle-Genova, A/10 Genova-Savona-Ventimiglia e A/12 Genova-Rosignano), senza che risulti adottata alcuna misura di ristoro per l’utenza in termini di riduzione/sospensione del pedaggio.
ASPI, che avrebbe dovuto ridurre i pedaggi nelle tratte a viabilità rallentata motiva il proprio rifiuto sostenendo che l’elemento informativo sulle condizioni dell’infrastruttura è l’unico ad assumere rilevanza ai fini della tutela del consumatore, pertanto essa si è limitata ad implementare iniziative volte a fornire un’informazione più completa, adeguata e tempestiva con riguardo alle condizioni di traffico e alla possibilità di ritardi insistenti su determinate tratte autostradali riconducibili a lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria sulla rete.
L’Autorità ritiene illegittimo il rifiuto di ASPI evidenziando con il suo provvedimento del 16 marzo aveva stabilito che gravi problematiche di fruibilità del servizio autostradale riconducibili a responsabilità del professionista concessionario rendono ingiustificato il pagamento integrale del pedaggio.
È evidente che ASPI ritenga che attraverso la disciplina del codice del consumo ed in particolare il divieto di pratiche commerciali scorrette e di pratiche commerciali ingannevoli non le possa essere imposto di ridurre i pedaggi, in quanto tali norme tutelano il libero convincimento del consumatore, ma non disciplinano le condizioni del servizio. La qualificazione giuridica del comportamento di ASPI sarà rilevante ai fini dell’impugnazione della decisione dell’Autorità, ma non per quanto riguarda la sua liceità e il diritto dei viaggiatori ad ottenere il rimborso del pedaggio e il risarcimento dei danni sofferti a causa dei disservizi di ASPI. Come avevano evidenziato nel nostro precedente articolo la condotta posta in essere sembra piuttosto costituire un abuso di posizione dominante, in quanto, concessionaria di un’infrastruttura autostradale, ASPI ha abusato della propria posizione, riducendo sensibilmente la qualità del proprio servizio e lasciando invariati, se non addirittura in alcuni casi aumentando, i costi dei pedaggi. Una migliore informazione sulle condizioni di viabilità non tutela gli utenti delle autostrade, che spesso non hanno alternative al loro utilizzo.