IL GOVERNO SI OPPONE (SENZA SPERANZA) ALL’AUMENTO DEI PEDAGGI AUTOSTRADALI.

IL GOVERNO SI OPPONE (SENZA SPERANZA) ALL’AUMENTO DEI PEDAGGI AUTOSTRADALI.

Dalle recenti parole del Ministro Toninelli si denota come il Governo voglia evitare che le società concessionarie delle autostrade facciano ulteriori aumenti dei pedaggi. Fermare gli aumenti però non sarà possibile, ed a confermarlo è proprio il Tar.
Pedaggi

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Così come avvenne nel 2014 con il ministro dei Trasporti di allora, Maurizio Lupi, e poi ribadito negli anni seguenti dal successore di Lupi, Graziano Delrio, oggi il ministro Toninelli vorrebbe evitare che le società concessionarie delle autostrade facciano ulteriori aumenti ai pedaggi.
Purtroppo però, come più volte confermato dal Tribunale amministrativo del Lazio, le società concessionarie sono legittimate ad effettuare gli aumenti dei pedaggi per recuperare gli incassi persi nell’anno precedente. Questo è possibile proprio in forza delle concessioni stipulate dalle stesse, che permettono di effettuare tali tipologie di aumenti.
Tali concessioni, infatti, prevedono che entro il 30 settembre di ciascun anno il Concessionario provveda a comunicare al Concedente (Stato Italiano) la variazione percentuale di aggiornamento tariffario quale derivante dalla formula revisionale in esse contenute e che consentono di recuperare i mancati guadagni dell’anno precedente oltre che una remunerazione per gli investimenti effettuati.
Entro 45 giorni dal ricevimento della comunicazione, il Concedente, previa verifica, trasmette la comunicazione, nonché una sua proposta, ai Ministeri delle Infrastrutture e dell’Economia e delle Finanze, i quali, di concerto, approvano o rigettano le variazioni proposte, con provvedimento motivato, nei 30 giorni successivi al ricevimento della comunicazione.
Le verifiche che il Concedente può effettuare e di conseguenze le limitazioni che può proporre avverso l’aumento dei pedaggi è limitato esclusivamente a verifiche di carattere procedurale più che sostanziale. Partendo da questi presupposti risulta alquanto difficile che l’attuale ministro possa riuscire nell’evitare un aumento dei pedaggi. Come successo in passato, un eventuale decreto che blocchi l’aumento dei pedaggi sarà poi risolto in favore delle autostrade dall’intervento del Tar, che in ossequio di quanto disposto in convenzione, permetterà alle concessionarie di effettuare ulteriori aumenti. Ancora una volta emerge lo squilibrio tra le società concessionarie delle autostrade ed i consumatori che quotidianamente sono costretti a pagare cifre esorbitanti per pochi chilometri di strada (si ricorda che le autostrade italiane sono tra le più care d’Europa).
Tale analisi qui effettuata è un’ulteriore conferma di quanto già detto in un precedente articolo circa la posizione dominante che le concessionarie autostradali hanno sul mercato e di come la stessa si manifesti sul mercato attraverso tariffe di pedaggio che non hanno eguali in Europa (per vedere l’articolo di approfondimento sul punto clicca qui).
Non avendo alcun tipo di concorrenza, pertanto, il concessionario può decidere di aumentare costantemente i pedaggi, senza essere obbligato ad aumentare di pari passo la qualità del servizio. Lo stesso però riesce pur sempre a mantenere una posizione di stabilità nel mercato garantendosi anche da eventuali cali di fatturato.
Come abbiamo visto, infatti, le società concessionarie impongono di fatto ulteriori aumenti delle tariffe che non possono essere fermate neanche dall’intervento del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti.

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